Arduino chiude il round Serie B: La nuova tranche di investimento vale 22 milioni di dollari e vede impegnati CDP Venture Capital con Large Ventures, Anzu Partners e Arm
Cinquantaquattro milioni di dollari raccolti in due anni. Con la nuova operazione comunicata ieri Arduino ha completato il round B che nel giugno 2022 aveva messo insieme 32 milioni. Ieri sono arrivati altri 22 milioni di dollari.
È significativo che a guidare l’investimento sia CDP Venture Capital attraverso il nuovo fondo Large Ventures, insieme al fondo di investimento americano Anzu, già presente nella prima fase del round. A loro si aggiunge nuovamente il partner tecnologico Arm, tramite una conversione di debito. Il precedente finanziamento era stato guidato dalla tedesca Bosch con la giapponese Renesas.
Per Large Ventures si tratta della prima operazione. Il fondo è dedicato a investimenti in startup in fase matura per sostenere la crescita dei campioni dell’innovazione.
L’azienda nata all’Interaction design institute di Ivrea come semplice tool open source per la prototipazione rapida, che ha appassionato studenti e artigiani digitali negli anni, fa un ulteriore salto di scala nel mondo dell’industria, dopo un anno di «forte crescita in particolare negli Stati Uniti – spiega al Sole 24 Ore Fabio Violante, amministratore delegato di Arduino –. Il nuovo finanziamento ci servirà per supportare la nostra espansione internazionale nel mondo enterprise e cloud. Vogliamo che Arduino sia la piattaforma end-to-end dell’iOT».
Arduino ha sede legale in Svizzera, ma dei 185 dipendenti la maggior parte è in Italia. A Torino sono in 130, concentrati prevalentemente sulla ricerca e sviluppo. In 30 lavorano a Malmo, in Svezia, mentre le altre sedi sono a Lugano, un nuovo ufficio americano a Austin e una presenza a Chicago. La produzione è in Italia, tra Ivrea e Biella. Una parte consistente dei 22 milioni di dollari verrà destinata al rafforzamento del team di ricerca e sviluppo con sede a Torino, con l’obiettivo di far crescere le librerie di applicazioni
aziendali e l’Arduino Cloud for Business, con maggiori integrazioni e funzionalità di intelligenza artificiale. Arduino utilizzerà i fondi anche per accelerare le sue iniziative di go-to-market, in particolare il team marketing e commerciale.
«Abbiamo due tipologie di prodotto – continua Violante –. Il primo è una scheda con caratteristiche adatte al mondo dell’industria, come potenza, sofisticazione e resistenza. Un prodotto capace di uscire dalla prototipazione rapida per passare alla produzione. In questo caso c’è una parte di progettazione elettronica, che fa tesoro di una enorme quantità di ingegneri con competenza Arduino: sono 680mila su Linkedin. Nel secondo caso si tratta invece di prodotti più finiti del tipo “plug and play”, dove nella installazione non sono richieste capacità informatiche»